Robbie Rogers fa outing e dà l'addio al calcio

Written By Unknown on Sabtu, 16 Februari 2013 | 23.45

La chiara e inequivocabile confessione del calciatore stanutinitense, californiano di Rancho Palos Verdes, nell'annunciare il suo ritiro dai campi di calcio per via dei numerosi infornuni a soli ventisei anni

ROMA - La questione è seria, scottante e divide. Ma di tanto in tanto riaffiora anche in un mondo come quello del calcio perfettamente illustrato, un paio di anni fa, da una sincera dichiarazione di Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori: "Nel calcio l'omosessualità è tabù ed è sconsigliabile fare auting". Venerdì scorso, però, Robbie Rogers, calciatore stanutinitense, californiano di Rancho Palos Verdes, nell'annunciare il suo ritiro dai campi di calcio per via dei numerosi infornuni a soli ventisei anni (tra le ultime maglie indossate, quella del Leeds), ha fatto una chiara e inequivocabile confenssione: "I segreti possono provocare danni enormi, soprattutto a se stessi. Molta gente predica sull'onestà e su quanto sia semplice praticarla. Ma prova a spiegare anche alle persone più care che conosci che sei gay dopo venticinque anni. Per me è venuto il momento di scoprire cosa c'è oltre il calcio. A Londra da dove scrivo è una bella mattina e non posso essere più felice".

Per lui quella confessione non deve essere stata semplice. Perché, a volte, da un atto di onestà può nascere anche un dramma. O più drammi. Nel 1990 Justin Soni Fashanu annunciò al mondo del pallone la sua omosessualità: prima di lui non lo aveva fatto nessuno. La comunità di colore britannica lo emarginò ritenendosi infangata; il fratello, John, lo ripudiò. Da quel momento la vita di Fashanu cambiò, venne travolta sino al suicidio finale, sotto il peso di una accusa di violenza sessuale mai provata (e che la "vittima" negò dichiarando di essere stato consenziente). Accanto al corpo del calciatore venne ritrovato un biglietto: "Spero che il Gesù che amo mi accolga: troverò la pace, finalmente".

La questione ha mille sfaccettature. Ne sa qualcosa il premeier inglese, David Cameron che rischia di mandare in frantumi il suo partito, quello conservatore, sostenendo a spada tratta la legge sui matrimoni gay. A sua volta, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, davanti a una intervista a "Fluter" rilasciata da un calciatore coperto dal'anonimato, ha detto: "Siamo in un Paese nel quale non deve temere a fare outing. Possiamo dare un segnale: non dovete avere paura". Lo scorso anno, poco prima degli Europei, Cesare Prandelli nella prefazione di un libro, scriveva: "L'omofobia è razzismo, è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell'autodeterminazione degli individui, sportivi compresi. Nel mondo del calcio resiste ancora il tabù nei confronti dell'omosessualità mentre ognuno deve vivere liberamente se stesso, i propri desideri e i propri sentimenti". Qualche settimana più tardi, durante gli Europei, davanti a taccuini, telecamere e microfoni, con l'eleganza umana e lessicale che lo contraddistingue, Antonio Cassano regalò al ct un bagno di realismo: "Froci in Nazionale? Mi auguro non ce ne siano". Robbie Rogers la pensa diversamente e lo ha detto senza ipocrisie.

Antonio Maglie


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