Prandelli: «Accuse di Zeman? Sono una provocazione»

Written By Unknown on Senin, 08 Oktober 2012 | 23.45

Il ct della Nazionale Cesare Prandelli: «De Rossi e Osvaldo? Dovranno recuperare l'immagine, noi abbiamo sempre avuto giocatori non solo disponibili, ma anche pronti a due allenamenti al giorno»

FIRENZE - Per Balotelli potrebbe essere l'ultima (o penultima) in Nazionale. Dipende da lui. Il messaggio che gli invia Cesare Prandelli da Coverciano è molto chiaro. E anche duro. Attacca il ct: «Ci sono rimasto male quando Mario si è fatto operare all'occhio nella settimana delle gare della Nazionale. L'ho convocato per puntare sull'orgoglio e per l'ennesima volta cercheremo di capire se vuole diventare un campione».

Ennesima volta o ultima volta?
«Non mi piace dirlo, ma sicuramente è una situazione molto particolare, voglio che Balotelli dimostri questo grande attaccamento, che mi dia una risposta importante, voglio che capisca che la Nazionale è una cosa molto importante per tutti i giocatori e che voglia davvero diventare un campione».

Ha pensato di non convocarlo per questo raduno?
«Ho fatto anche questa riflessione. Poi mi sono visto le partite che ha fatto con la Nazionale e ho detto che, avendo impegni importanti, un giocatore di questo spessore potrebbe essere utile».

Si può dire che il fine giustifica i mezzi?
«No. Ma se chiudo gli occhi e rivedo le partite di Balotelli in Nazionale, dico che sono partite importanti. Non so cosa è successo con Mancini quando è stato sostituito, ma dobbiamo ricordare a tutti che siamo stati credibili come squadra grazie anche al codice etico».

E' tornato Criscito. Quanto è stato difficile per lei richiamarlo in Nazionale?
«Non è stata una decisione sofferta, anzi, da un punto di vista tecnico e umano, quando la Procura di Genova ha archiviato l'avviso di garanzia per me poteva essere chiamato. Sappiamo tutti come è iniziata, è una gioia averlo qui».

De Rossi domenica in panchina. E' sorpreso?
«Un allenatore decide in base a quello che vede. Anche altri sono andati in panchina, avremo giocatori più freschi».

E' preoccupato dalle condizioni psicologiche di De Rossi e Balotelli? Le dichiarazioni di Zeman non sono state leggere.
«Dobbiamo cercare di arrivare preparati, lavorando anche sull'orgoglio dei giocatori, quelli che hanno qualche problema potranno dimostrare di essere invece in ottime condizioni. Rimarcherò questio e punterò sull'orgoglio della Nazionale e del professionista che viene accusato di qualcosa di grave».

Ha parlato con i due romanisti?
«Li ho solo salutati, non ho avuto tempo di capirne l'umore. Anche perché l'accusa è pesante. Dovranno recuperare l'immagine, noi abbiamo sempre avuto giocatori non solo disponibili, ma anche pronti a due allenamenti al giorno».

Zeman ha tirato legnate alla squadra: un po' più di autocritica servirebbe?
«Ognuno è responsabile della propria squadra, Zeman è un allenatore esperto, se ha toccato certi tasti avrà avuto i suoi buoni motivi. Consigli non ne posso dare. Potrebbe essere anche una provocazione».

Si sente deluso da alcuni azzurri?
«C'è stata questa accusa forte (quella di Zeman, ndr), mi posso immedesimare nel giocatore, penserà: "Ho questa opportunità e voglio dimostrare che non è un'accusa giusta". Ogni allenatore ha il sacrosanto diritto di fare quello che crede».

E' finito il ciclo di Cassano in Nazionale?
«No, ma ho preferito puntare sul rinnovamento. E' lo stesso discorso fatto per Di Natale all'Europeo: se sta bene al momento giusto, non ci sono problemi».

Gilardino sì, Cassano no. Non vale il rinnovamento per Gila?
«Gilardino è la quinta-sesta punta della Nazionale, se dovessi prendere Cassano non potrei metterlo come quinta-sesta punta. E' la dimostrazione che non abbiamo dimenticato nessuno. Conoscendo Gila e Pazzini so che hanno apprezzato la chiamata».

Ma per Cassano c'era anche una incompatibilità con la squadra?
«Non è successo assolutamente nulla durante l'Europeo. Su Cassano ho vinto una scommessa all'Europeo, perché molti di voi non avevano lo stesso pensiero. Ma ora conta solo la voglia nostra di rinnovare. Noi conosciamo Cassano, ma adesso vogliamo arrivare alla profondità in modo diversa e con una mentalità diversa, senza dare punti di riferimento».

Perché Cassano non può fare la sesta punta e Gilardino campione del mondo sì?
«Ho detto che se ho bisogno di Cassano, lo convoco e gioca. Lui sarebbe venuto a fare anche il quinto o il sesto, ma non avrebbe senso».

Due anni fa era la Nazionale di Balotelli e Cassano...
«Nelle qualificazioni Balotelli non ha mai giocato. Parlando giorni fa con Del Bosque, mi diceva che loro, zitti zitti, dopo aver vinto il Mondiale hanno cambiato il 50 per cento dei giocatori, ma hanno rinnovato e si sono presentati con una squadra pià giovane e hanno rivinto. Anche noi dobbiamo farlo, pur consapevoli delle difficoltà che incontreremo».

Ci saranno esperimenti tattici in queste due partite con Armenia e Danimarca?
«Abbiamo fatto le nostre fiflessioni, se in due anni siamo riusciti ad avere equilibrio in fase difensiva è perché abbiamo adottato un sistema di gioco. Linea a 3 o a 4 non è importante, è importante l'interpretazione. Tanti utilizzano la difesa a 3 e poi si devono adattare all'avversario. Noi sceglieremo in base all'avversario, se incontreremo una punta e due esterni noi ci mettereno a quattro, se troveremo due punte centrali allora difesa a tre, importante è non essere troppo rigidi. Molte squadre si stanno adattando e modellando».

In Nazionale si dimenticano i veleni del campionato?
«Quando hai l'azzurro indosso devi pensare solo alla Nazionale. Noi dobbiamo creare un ambiente sereno e stimolante dove stemperare le tensioni. Qui si parla solo di calcio».

Ha sentito Giuseppe Rossi?
«Lo abbiamo sentito sereno e motivato, volevamo fargli una sorpresa, chiamarlo e farlo salutare dalla sqadra, ma ora che l'ho detto a voi non è più una sorpresa».

Punta forte su El Shaarawy?
«Non solo su di lui. I giovani si stanno mostrando in modo prepotente, dobbiamo farli crescere. Parlo di Destro e anche di altri che ora sono nella Under 21 perché ha un impegno molto importante. Noi vogliamo puntare su quei 5-6 ragazzi chiamati a Ferragosto per l'Inghilterra».

Qui c'è Verratti. Giocherà accanto a Pirlo?
«Quelli convocati tutti in teoria sono titolari. Sono convinto che Verratti possa giocare anche in un altro ruolo, come ha fatto ultima mezz'ora con l'Inghilterra, alternando la posizione e tornando nel quadrilatero dei centrocampisti».

La Juve ha fatto pressione su Pirlo per fargli lasciare la Nazionale? Le accuse, ovviamente non ufficiali, è che la Nazionale copre i buchi liberi.
«I buchi sono calendario Fifa»

Ha parlato con Conte?
«Sì, ci siamo confrontati anche su queste tenatiche e abbiamo la stessa visione. E' stato in Nazionale, sa che i grandi campioni devono passare dalla Nazionale. Abbiamo cercato un punto d'incontro. Ci saranno innovazioni sul piano della metodologia e del recupero fra una gara e l'altra. Siamo contenti che il rapporto con i club stia migliorando. Vogliamo diventare un club che sia riferimento per gli altri, dobbiamo essere un passo avanti».
 
Conte le ha chiesto di non convocare Quagliarella e Matri?
«Quando parli con persone e colleghi non si permetterebbero mai di dire "non convocare questo"».

Qual è il punto d'incontro su Pirlo?
«Conte ed io abbiamo fatto una chiacchierata ed è emersa una proposta: se qualche giocatore ha qualche ha un'esigenza particolare, ce lo dica. Se noi abbiamo questo tipo di conoscenza lo possiamo aiutare e possiamo collaborare sia con i preparatori che con gli allenatori».

Per lei Candreva fa parte del quadrilatero di centrocampo o lo vede sulla fascia come nella Lazio?
«Si è ritagliato un ruolo importante, può giocare come estermno come nella Lazio. E' riuscito in un ambiente difficile a farsi apprezzare e a recuperare un rapporto con i tifosi. Gli faccio i complimenti. E' la novità dell'inizio della stagione».

Il nostro adesso è un campionato povero.
«La Nazionale punta a una squadra non solo generosa: in Europa l'intensità è molto più alta rispetto a quella in Italia. Occorrono intensità e generosità».

E' rimasto sorpreso dalle fatiche della Juve con lo Shakhtar?
«Sorpreso no, perché le suqdare europee sono queste. L'intensità era il segreto della Juve nel campionato scorso».

Perché in Italia non c'è questa intensità?
«Perché non siamo pronti a vedere una partita equilibrata. Noi siamo abituati a vedere una squadra che schiaccia l'altra, mentre nell'intensità può fare gol una squadra o l'altra in qualunque momento. All'estero su certe situazioni i giocatori rischiano qualcosa di più, per esempio, il tiro al volo e da fuori area: come percentuale tiriamo poco da fuori area».

Le prime due partite del girone sono state sufficienti per smaltire il peso della responsabilità dei vice campioni d'Europa?
«Non succederà di giocare in quel modo. I giocatori stessi si sono resi conto che non siamo andati bene. Ora avremo una condizione fisica diversa e l'Armenia è un'avversaria molto impegnativa sul piano fisico»

Il suo obiettivo qual è?
«La qualificazione a Brasile 2014».

Alberto Polverosi


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