mercoledì 30 luglio 2014
Demetrio Albertini, candidato alla presidenza della Figc: «Io credo in quello che sto facendo»
ROMA - Tavecchio "qualcuno lo vota per la persona, qualcuno per la carica. Mi sembra che lo appoggiassero senza neanche sapere il programma": non è proprio un tackle di quelli che lo avevano reso famoso ai tempi del Milan e della Nazionale, ma la stoccata di Demetrio Albertini al fronte pro-Tavecchio per la corsa alla presidenza della Federcalcio si fa sentire. Lo fa via via twitter in un botta e risposta con i tifosi, replicando - a chi lo accusa di immobilismo nei suoi anni da vicepresidente Figc - che "cambiamenti e riforme passano dal Consiglio Federale, bisogna cambiare governance. Mettiamoci nelle condizioni di fare". Per il momento comunque, il candidato alla presidenza della Figc non vede all'orizzonte l'ombra del commissariamento: "Ad ora - risponde - non ci sono le condizioni", risponde convinto. Un internauta chiede come valuta il mancato endorsement da parte del Milan, suo ex club: "Mancanza di appoggio? Solo per ora, prossimamente si vedrà. Sono ottimista di natura", la diplomatica risposta. Com'è possibile - chiede un altro - che presidenti moderni e futuristi (a chiacchiere) come De Laurentiis poi votino Tavecchio? "Perché il calcio è una democrazia", spiega l'ex giocatore del Milan che ripete di voler "essere il regista di una squadra: ho imparato tanto in otto anni e costruito rapporti internazionali. Dobbiamo ringiovanire campionato inserendo almeno 10 giocatori dai vivai italiani, siamo il 2/o campionato più "vecchio" d'Europa". Un tifoso twitta: in America un proprietario NBA viene costretto a vendere una franchigia e in Italia ancora passiamo il microfono a Tavecchio: "La tolleranza zero che è regola nell'NBA è stata applicata. Se vogliamo chiedere ai nostri tifosi, dobbiamo anche dare l'esempio", risponde Albertini che tra modello tedesco o francese opta per il primo: "loro pur non avendo vincoli valorizzano il mercato interno per la crescita dei giocatori". "I calciatori italiani raggiungono le 100 partite in Serie A a 27 anni, all'estero a 24", la chiosa. L'ex azzurro si dichiara infine favorevole all'introduzione delle squadre B che, dice, "sono un'opportunità, e ce lo dimostra chi le ha sapute valorizzare".
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