Buffon: Ora cuore caldo e testa fredda

Written By Unknown on Minggu, 22 Juni 2014 | 23.45

NATAL - Una lunga intervista, quella di Buffon, all'antivigilia di Italia-Uruguay. In capitano azzurro ha toccato molti temi, con un tono piuttosto basso.

Buffon all'Italia serve sempre l'acqua alla gola per emergere?
«Se fosse vero questo, sarebbe un modo di pensare rischioso e masochista; però più la posta in palio è alta e meglio riusciamo a rispondere: è la storia che lo dice»

Cosa pensa del fatto che Prandelli possa camabiare modulo?
«Non ne ho idea, non abbiamo ancora fatto niente di tattico».

Ma la sorprenderebbe?
 «Noi siamo aperti a tutto, siamo camaleontici, conto sul fatto che la duttilità porti risultati auspicati e ambiti»

Più che di calcio si è parlato molto di caldo fino a sembrare che questo fosse un alibi
«Io agli alibi non credo, non li cerco non mi piacciono. Il clima qui è quasi proibitivo, è un fatto, ma vale per noi come per gli altri al di là dell'abitudine delle singole squadre a certe temperature. Le europee hanno fatto fatica, quindi la cosa è indubbia ma è indubbio anche che non dobbiamo cercare alibi di questo tipo. La verità è che contro la Costa Rica non siamo riusciti a giocare in modo apprezzabile come contro l'Inghilterra»

Ora arriva l'Uruguay
«Una squadra da temere come è normale. Il riverbero dell'ultima prestazione peserà: noi veniamo da una caduta brutta, loro da una vittoria che ha dato convinzione. Per noi è un sedicesimo di finale, ci bastano due risultati su tre»

Come la vede?

«Vedete, questa è la decima manifestazione con la Nazionale e solo un anno fa in Confederations Cup eravamo già qualificati alla terza, sennò i punti decisivi bisognava ancora conquistarli». 

Non sarà facile contro Cavani-Suarez
«Sono una grandissima coppia che non scopriamo qui, ce lo confermano da anni in tandem in Nazionale o spacchettati nei club. Normale che l'Uruguay sia squadra di valore oltre loro due»

E, aspettandoli, Buffon come sta?
«E' stata una bella botta a livello mentale l'infortunio alla vigilia del debutto. Non pensavo mai di recuperare così in fretta, dunque ho ritrovato il buon umore e mi ci voleva» 

Più preoccupato qui o in Sud Africa?
«Lì sulla carta la terza, contro la Slovacchia, era più accessibile, avevamo la giusta convinzione, ci bastava un pari anche lì; questa è più difficile. Il girone di ferro atteso si è dimostrato tale, poi nessuno aveva messo in conto della qualificazione della Costa Rica»

Serve un messaggio di ottimismo
«Io non lancio alcun messaggio, bisogna fare una grande partita e basta. Serviranno cuore caldo e testa fredda, convinzione e autostima dopo una partita andata male»

Giusto rispondere a Suarez-Cavani con Balotelli-Immobile?
«Loro non hanno mai giocato insieme, sarebbe una novità con i rischi e i benefici del caso: sarà il campo a dire, dovessero giocare loro, se la scelta è giusta o meno»

Quanto pesa il ko di De Rossi?
«Gente insostituibile come Pirlo o Daniele debbono essere rimpiazzati grazie alla duttilità della squadra; e la bravura del nostro allenatore è riuscire a trovare un equilibrio e impugnare la partita; lui è un maestro in questo in caso di assenze così importanti»

Ma insomma per lei meglio la difesa a 3 o 4?
«Non bisogna pensare all'io ma al noi, è la prima regola che mi hanno insegnato alla scuola calcio. Serve capire cos'è che fa rendere meglio la squadra, quale è la medicina per far rendere al meglio una squadra. La risposta è nella testa dell'allenatore, le sue scelte saranno decisive. Il singolo calciatore non  conta praticamente nulla».

Però in campo andate voi
«Vedremo oggi a che livello di recupero siamo. Ripeto: sul piano psicologico è stata una bella bordata. Giusto ci siano polemiche e critiche, dico, non per spocchia, che dobbiamo estraniarci da quello che ci gravita intorno; è tutto così veloce che non ci possiamo permettere di entrare in certi meccanismi. E' il gioco delle parti, noi dobbiamo rispondere sul campo»

Resta sempre convinto che il gioco italiano fatto di fraseggi sia quello giusto?
«Io osservo, che siamo al mondiale ed è vero che la pazienza è un lusso, ma in cinque giorni si passa dall'esaltazione dei tanti passaggi, alla sconfitta e allora tutto diventa fallimentare. A seconda delle partite, ci possono essere cambiamenti. Torno all'inizio. Questa duttilità è un bene».

Servirebbe un Cannavaro a dare l'esempio
«Con lui per tanti anni siamo stati come fratelli, è un personaggio di grande leadership, che fa bene a ogni gruppo. Purtroppo fa parte del passato, pensiamo al presente, a quello che ci aspetta»

Siete preoccupati?
«C'è la giusta preoccupazione, è normale che sia così; veniamo da un ko meritato; ci deve essere la forza e l'orgoglio dentro di noi, per ritrovare noi stessi. Noi non siamo quelli visti con la Costa Rica, dobbiamo ritrovare equilibrio e senso di appartenenza» 

E una difesa all'altezza della sua storia
«Già, il primo non prenderle ultimamente non è stato rispettato perché è vero che abbiamo concesso molto, pur creando altrettanto. Ecco contro la Costa Rica al di là delle azioni subite non abbiamo controbilanciato  in avanti, soprattutto nel secondo tempo, contro una squadra chiusa. Non sei riuscito a ottenere nulla di concreto e importante».

Ma se l'Italia dovesse uscire?
«Non entreremmo nella storia come l'Italia migliore, e oltre a una delusione personale e di gruppo sarebbe un fallimento, è innegabile. Non bisogna avere paura di questa responsabilità»

Ma se si passa il turno dove potete arrivare?
«Se si passa il turno i problemi saranno appena iniziati, troveremo squadre più forti. Ma arrivare agli ottavi o ai quarti sarebbe già diverso»

Aveste vinto la seconda...
«Il problema della seconda partita arriva quando la prima va bene; è un problema storico, non ne vieni a capo come il problema di non fare bene nelle amichevoli...ma ora servono positività: bisogna essere autocritici ma anche trovare autostima e convinzione»

Ci sono già polemiche anche sul ritiro aperto
«Sono discorsi futili, se vogliamo dedicare un minuto... non direi cose vere o quello che penso, sarebbe un discorso per ubriachi che non porterebbe a niente. Posso solo garantire che la nostra professionalità e l'attaccamento lo dobbiamo dimostrare in campo. Un anno fa arrivammo terzi e questo non era un problema... Devi essere anche impopolare se pensi che questo faccia il bene della squadra».


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