ROMA - "Proveremo a vincere, ho parlato con i ragazzi e ho detto loro che dobbiamo credere nell'Europa League, dobbiamo andare a Milano con la convinzione e la mentalità giusta". Il tecnico biancoceleste, Edy Reja, intervenendo ai microfoni di Lazio Style Radio, crede ancora nel sogno europeo e chiede ai suoi il massimo impegno nel match di sabato con l'Inter.
"Purtroppo abbiamo fallito tanti match ball - ammette comunque il goriziano -
, abbiamo centrato solo la vittoria contro il Parma. Se avessimo avuto qualche punto in più magari eravamo al pari dell'Inter. C'è stata un'escalation significativa dal mio arrivo, ma nel momento importante non abbiamo fatto il passo decisivo. Ma ho l'impressione che i ragazzi vogliano fare la partita della vita a San Siro". Magari evitando di subire reti, cosa che invece accade spesso (10 nelle ultime quattro partite).
"È il fattore mentale che incide, quando andiamo in vantaggio non riusciamo a mantenere la stessa intensità - analizza Reja -
. Arretriamo troppo il baricentro.Io e la squadra siamo tutti coinvolti nel trovare la soluzione a questi limiti". Il tecnico di Lucinico racconta poi le emozioni vissute alla cena svoltasi martedì al Quirinale.
"Ho ricevuto questo piacevole invito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha accolto il suo omologo sloveno - rileva -
. È stato un avvenimento straordinario: non mi sarei mai sognato di vivere un cerimoniale del genere. È stata un'esperienza toccante, un ricordo bellissimo da conservare per me e mia moglie. Lì ho trovato parecchi tifosi laziali che rappresentano lo Stato, naturalmente non posso dire chi sono".
PARLA LOTITO - "Ci sono persone che sulla carta d'identità hanno scritto "professione tifoso" e queste persone tentano di influenzare le società o, come succede a me, tentano di farmi vendere il club". Lo ha detto il presidente della Lazio, Claudio Lotito, intervenendo al programma Mediaset, 'Fatti e Misfattì. "Noi abbiamo risanato una società che aveva molti debiti, abbiamo inoltre creato un grande settore giovanile che primeggia ovunque e abbiamo portato alla vittoria la prima squadra, creando infrastrutture importanti come la radio ufficiale - ha ricordato il patron biancoceleste -. Troppo spesso la colpa è dei mezzi di informazione anche per una contiguità con i tifosi. Dove stavano tutti fino ad oggi?". Il numero uno laziale è tornato quindi a criticare la responsabilità oggettiva presente nell'ordinamento della giustizia sportiva. "È assurda - è il suo giudizio - perché mette le società sotto scacco e basta un coro e arriva la multa".
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