Serie A Juve, Conte a Elkann: «Champions? Bisogna svegliarsi e vedere la realtà»

Written By Unknown on Rabu, 28 Mei 2014 | 23.45

ROMA - Ogni partita una battaglia, e "in battaglia si va per vincere senza guardare in faccia a nessuno: quando vai in battaglia non ci sono né simpatie né antipatie". Così Antonio Conte parla della sua immagine di vincente e antipatico, in una lunga intervista a Donatella Scarnati di RaiSport che andrà in onda stasera al Tg1 delle 20, e in versione integrale domani a RaiSport1 alle 8. "Bisogna distinguere l'Antonio privato, dal professionista - dice Conte - chi mi conosce sa che mi piace la compagnia". "Mi piace ridere, scherzare e ballare la "pizzica" - prosegue Conte - anche se è difficile e prima di rovinarmi la voce urlando in panchina cantavo pure. Ma l'Antonio professionista vuole l'eccellenza". 'Vincere una volta può capitare a tutti, ripetersi è difficile", è il motto dal quale parte Conte, nella lunga intervista nella quale si racconta anche per come è fuori dal campo. "La sensazione della vittoria mi dà benessere fisico. Se perdo per un paio di giorni fatico a relazionarmi: è un dolore profondo,io dico sempre che nella mia carriera ho vinto tanto, ma ho anche perso...finali importanti che hanno lasciato dentro di me una ferita profonda , cerco di far capire ai miei giocatori la differenza tra vincere e non vincere. Deve essere chiaro, non è che se non vinci comunque poi vincerai la prossima volta", le parole di Conte, che a proposito dell'antipatia aggiunge: "Nella vita privata sono una persona molto tranquilla, mi dedico alla famiglia e alla bimba. Sul lavoro sono esigente con me stesso e questo mi permette di chiedere tanto ai miei calciatori e anche ai tifosi. Sono due persone distinte che amo entrambe. Certo - aggiunge - chi vince non suscita mai simpatia. La Juventus dopo il 2006 era tornata simpatica poi è diventata di nuovo antipatica...Chi non vince suscita simpatia,una pacca sulla spalle...a chi vince vorresti dare dei cazzotti. Quando vinci cercano in tutti i modi di buttarti giù dalla vetta della montagna e perciò devi essere preparato ed è per questo che è difficile vincere". Sulle polemiche di stagione con Garcia e Benitez, ammette: "Fa parte del gioco, della strategia, a volte dispiace perché viene strumentalizzata ad arte. La comunicazione è fondamentale: riesci a difendere la squadra, a mettere pressione e scaricare sugli altri la pressione che viene messa su di te. Bisogna vedere chi ha la forza di sopportare. A creare le polemiche sono bravi tutti,bisogna vedere poi chi ha i nervi più saldi. In quella situazione si vede chi è fuoriclasse o meno". Ancelotti, Guardiola e Mourinho e Ancelotti i suoi tecnici preferiti; per lo slogan, tutto da copione: "Chi vince fa la storia, gli altri al massimo la possono leggere".

CHAMPIONS? SPERO DI VINCERNE TANTE - Bisogna sognare le cose prima di realizzarle: John Elkann definisce così il traguardo Champions per la Juventus, e Antonio Conte commenta: "Di Champions mi auguro di vincerne tante, ho una carriera davanti. Ho un percorso da fare. Ci stiamo lavorando. Sognare...l'importante è svegliarsi e vedere la realtà: bisogna stare tutti sul pezzo e capire che vincere non è facile".

INZAGHI? SA CHE ALLENARE E' DIVERSO - "Ho avuto il piacere di giocare con Inzaghi, ma anche lui ha avuto il piacere di giocare con me: io correvo tanto per lui e lui segnava". Antonio Conte ritroverà il suo ex compagno di squadra come rivale sulla panchina del Milan, e lo avvisa: "Non è semplice: fare il calciatore è una cosa, fare l'allenatore un'altra. Ha grande entusiasmo, è un perfezionista e conosce l'ambiente come le sue tasche, è un ragazzo preparato, però sappiamo benissimo com'è il calcio...Insomma non è semplice, fare il calciatore è una cosa, fare l'allenatore un'altra. Quando arrivi a fine carriera pensi di essere già allenatore, ma non è così, c'è molta strada da percorrere". Stare in panchina e dirigere la squadra, sottolinea Conte, rende "tutto più complicato. Devi gestire ex compagni come è capitato a me con Buffon e Del Piero e non è semplice. Devi studiare psicologia. Gli auguro il meglio, tranne però quando gioca contro la Juventus".

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