MORATTI SU MOURINHO - Poi il numero 1 nerazzurro affronta l'argomento Mourinho tecnico con il quale Moratti ha vinto tutto: «Ha una personalità molto forte, grande lavoro, conoscenza del calcio, capacità di capire gli altri e poi il senso del comando misurato, giusto, con un certo fascino nei confronti dei giocatori perché poi la risposta era anche vincente. Non subito, i giocatori hanno avuto la pazienza di capirlo, dopodiché la seconda parte del primo campionato l'ha vinta facile. E poi era, a suo modo, in certe cose, umile, un umile lavoratore. Io quando ho preso Mourinho non pensavo di portarlo all'Inter immediatamente, o meglio, era solo un riparo perché Mancini mi aveva detto che andava via. Per cui ho contattato Mourinho per dirgli: "Guardi Mourinho, forse non la prenderò mai, se dovessi prenderla volevo solo sapere se lei è libero o non è libero". E lui da quel giorno si è messo a studiare l'Inter, ma proprio approfonditamente. Quindi è uno che lavora serio, non è che si vanta della propria personalità o della propria capacità, si era messo a disposizione di una possibilità».
MORATTI SU RONALDO - Moratti converge poi su Ronaldo, giocatore tra i più amati nel periodo in cui l'ex numero 1 è stato alla guida dell'Inter: «L'ho trovato sempre molto sveglio, Ronaldo, intelligente, capace di capire al volo gli stati d'animo miei e della squadra. Era così e tanto è vero che giocava bene perché era sveglio. Affezionato perché era abbastanza generoso, una persona che condivideva anche i suoi sentimenti, nel senso delle sue situazioni. Io non ho mai avuto una grossa frequenza con i giocatori, però insomma, nei momenti in cui li incontri devi avere velocemente una fotografia di quello che possa essere il loro carattere e Ronaldo era quello che ti rimaneva più in mente perché era simpatico».
MORATTI SULLA JUVE - Moratti rivela poi i segreti sul suo rapporto con la Juventus: «Nel momento attuale con la Juve c'è un ottimo rapporto e con la famiglia Agnelli c'è sempre stato un ottimo rapporto. Poi c'è stato questo intervallo, chiamiamolo così, di partecipazione di altre persone, assieme alla famiglia Agnelli, che hanno creato dei problemi e che quindi hanno peggiorato questi rapporti. Poi, tra Inter e Juve che ci sia tradizionalmente invece antagonismo serio, questo sì e deve rimanere, altroché».
MORATTI SUL MILAN - In chiusura una battuta sul Milan e Berlusconi, alle prese con una stagione difficilissima: «Devo dire che non c'è stata una grande frequenza con Berlusconi o con il MIlan di per sé, ma anche con Berlusconi personalmente. L'ho sentito qualche volta, lui è sempre stato gentile e amichevole nei miei confronti per cui non posso dire niente. Ma non ho mai avuto modo di fare dei confronti o di crearmi dei sentimenti particolarmente di inimicizia o di grande amicizia: una vita parallela su una situazione con due squadre nella stessa città in cui naturalmente cerchi di superare l'altra squadra della stessa città. Quindi il Milan lo soffri perché sta nella stessa città e ti da fastidio il mattino di trovare in giro mezza città allegra mentre i tuoi sono tristi se perdi».
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