ROMA - "C'è un problema complessivo del sistema Paese, che ha difficoltà economiche maggiori rispetto ad altri e questo incide sulla competitività dei nostri imprenditori". Lo ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a Sky Tg24 Mattina, riconoscendo le difficoltà del calcio italiano a stare al passo con la concorrenza in Europa. "Servirebbe una Lega più unita per attuare le riforme - aggiunge -: in primis, quella sulla riforma dei campionati". "Non è la panacea, ma potrebbe favorire la competitività dei nostri club, se le squadre di A scendessero da 20 a 18. Si dovrebbe investire di più sui vivai", sottolinea. "Alcuni dicono che il Consiglio federale abbia ammorbidito le norme, altri che sono ancora troppo severe - ha poi fatto notare Abete, commentando le parole del presidente della Juve, Andrea Agnelli, che ha definito "cervellotiche" le norme sulla discriminazione territoriale -. Siamo un po' più attenti a problemi dei club, è da colpire il soggetto, non l'intero stadio. La discriminazione territoriale è presente dal '90: va isolato chi comporta un danno ai club per i quali dicono di fare il tifo, con cori che hanno volontà di sfida, intervenendo in ambiti diversi dalla partita. Si a ironia, sfottò, faziosità, ma nei limiti compatibili con il rispetto delle regole".
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Serie A, Abete: «Sulla discriminazione va colpito il singolo tifoso»
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