Per Buffon: Il Papa si è soffermato sulla parola "dilettante". E' possibile nel calcio di oggi?
«E' stato un incontro sotto certi aspetti commovente, avere l'onore di partecipare a un'udienza con questo Papa è qualcosa che gratifica e ti fa sentire la giornata che stai vivendo in modo speciale. Sono contento perché ho visto che c'è una persona che riscuote più fiducia di Messi... Sulla questione del "dilettante" ha ragione perché alla fine è molto bello non perdere la passione che avvicina il bambino allo sport. E' anche vero che quando si parla di professionalismo può diventare arduo e difficoltoso mantenere inalterato e intatto lo spirito di prima».
Per Prandelli: quanto le è piaciuto il richiamo del Papa al calcio che non deve essere businness?
«Abbiamo avuto la fortuna di vivere una giornata speciale, emozionante. Ascoltando il Santo Padre mi sembrava di essere nel posto giusto, con le persone giuste e le emozioni giuste. Non ha fatto un discorso da allenatore, ma da persona che vuole aiutare il nostro sport. Ha parlato di abilità, bellezza e cameratismo, tre parole molto significative per noi allenatori, ha detto che l'individualismo non deve esistere. L'emozione è stata forte, non sono riuscito a invitarlo allo stadio perché mi ha anticipato... Ho sentito un profumo particolare e mi porto dentro ancora dentro le emozioni».
Per Buffon: il Papa ha detto che dovete essere un modello.
«Per cercare di essere un buon modello, uno deve cercare di far restare inalterata la passione e la vocazione che l'hanno avvicinato da ragazzo alla disciplina che si sta praticando. Con questa passione, che non è figlia del business, ma è innata, tutti i comportamenti che possono essere dentro il campo, ma anche fuori, possono diventare comportamenti da seguire e sotto certi aspetti anche educativi che potrebbero fare bene alle nuove generazioni».
Poi Buffon ha raccontato una storia su Messi: «Devo dire che sono uno dei pochi portieri che non ha mai subìto gol da Messi, forse perché non ho mai giocato contro di lui...Poteva accadere una volta, per un'amichevole fra Barcellona e Juventus, ma ero infortunato. Nel sottopassaggio, prima di questa partita, il mio amico Camoranesi vede Messi, che sta per giocare una delle prime gare col Barça, ha solo 17 anni, e gli dice: "Leo, stai tranquillo, non giocare nervoso, gioca sciolto e fai quello che sai fare". Alla fine del primo tempo, Camoranesi viene da me e mi fa: "Hai visto quel fenomeno? E io che gli davo dei consigli..."». Messi, accanto a Buffon, ha sorriso.
Per Buffon: appena torneranno le partite vere, non c'è il rischio di rivedere i soliti atteggiamenti?
«La difficoltà sta nel tradurre in fatti i buoni propositi, ma non c'è da disperare. Non dobbiamo abbassare la guardia, non dobbiamo arrenderci. Avendo un punto di riferimento in questo Papa, che ogni 3-4 giorni non manca di lanciare messaggi importanti e preziosi per la nostra esistenza e la nostra coesistenza, credo che sia possibile migliorare. Poi c'è anche l'agonismo, che è una componente fondamentale dello sport e della competizione. E' normale che ogni tanto ci sia qualche comportamento fuori dalle righe. Ma possiamo e dobbiamo essere un popolo di gente migliore».
Per Prandelli: il Papa ha detto che negli stadi devono tornare il sorriso e le famiglie. Cosa si può fare?
«Ha parlato di famiglia, sarebbe l'ora che tornassero nello stadio. Noi possiamo fare tanto. Quando sentiamo che c'è una tensione eccessiva, bisogna indignarsi. Anche il singolo spettatore può fare qualcosa. Tutti quanti».
Per Buffon: il Papa ha chiesto di pregare per lui. Cosa vuol dire pregare per il Papa?
«Fra le nostre partite e la sua partita c'è una grandissima di differenza per difficoltà e impegno. Il fatto che lui abbia chiesto a noi, come a tutti i discepoli, di pregare anche per lui è l'ennesima dimostrazione di grande umiltà e di grandissima umanità da parte di questa figura che rappresenta la Chiesa e che secondo me sta scaldando di nuovo i cuori di tutti i credenti e di chi si era un po' allontanato in precedemza. E' merito suo se tanti si stanno riavvicinando alla fede».
Per Buffon: se lei e Messi vi incontrerete prima di una finale mondiale si potrà dire che Papa Francesco ha fatto un miracolo?
«Seppure teniamo tanto al nostro lavoro, tanto da sembrare arrivisti, quindi teniamo molto a una finale mondiale, credo che Papa Francesco dispensi miracoli per altre ragioni più importanti, non che una finale Mondiale non lo sia, anzi...».
Per Buffon: la partita di domani può essere anche la finale del Mondiale?
«Due nazionali con la storia di Italia e ASrgentina hanno il dirittto di sognare. Italia e Argentina hanno segnato spesso la storia del calcio mondiale e sono tantissimi anni che non si incontrano, se non mi sbaglio dal Mondiale del '90. Passeranno 24 anni e sarà l'occasione giusta per reincontrarsi. E poi chi ha Messi ha tutte le carte regola per sognare»
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