Per me è un ritorno a casa. Ricordo il giorno in cui ho lasciato il ritiro di Brunico, alcuni anni fa. E' stato uno dei giorni più tristi della mia carriera perché lasciavo un ambiente straordinario, dove sono cresciuto. Sono stati anni in giro, a migliorarmi e a crescere come giocatore e come persona. Sono felicissimo di essere di nuovo a casa.
Prima di firmare per l'Inter ha pensato a Facchetti, importante per la sua crescita?
Porto dentro un ricordo eccezionale di Facchetti. E' stato una delle prime persone che mi dava consigli per aiutarmi. Conoscendolo come persona, lui non era abituato a parlare, ma quando lo faceva toccava i tasti giusti. Ricordo con affetto Giacinto e i suoi consigli.
Aveva "archiviato" l'Inter? Pensava davvero di ritornarci?
Archiviata no perché quando me ne sono andato tanti anni fa, ho sempre avuto la volontà di migliorare per riconquistare questa maglia. Anche nei momenti più difficili, quelli degli infortuni, l'idea di riconquistare questa maglia mi ha dato la forza di andare avanti. Ora sono contento di essere ritornato qua.
Cosa l'ha colpita di più di questo inizio di ritiro con Mazzarri?
Siamo ancora all'inizio, ma mi hanno colpito la voglia, la carica e la determinazione del mister. Tutti abbiamo una gran voglia di migliorarci nonostante qui tanti abbiano vinto molto negli ultimi anni. Questi giocatori per noi nuovi devono essere un esempio.
In questi anni è stato accostato anche alla Juventus. C'è stata questa possibilità?
Per me l'Inter è una delle più grandi squadre al mondo e volevo tornare all'Inter. Era il primo obiettivo anche perché sono un tifoso interista. Essere cresciuto qui è un qualcosa in più.
E' mai stato tentato da un passaggio al Milan?
Sono cresciuto qui e da quando me ne sono andato ho sempre avuto l'obiettivo di tornare. Non volevo deludere Facchetti.
L'ha stupita la quantità di lavoro con Mazzarri?
I primi giorni sono i più faticosi e bisogna mettere benzina nelle gambe. Non è un problema e siamo qui per questo. Dobbiamo lavorare il più possibile.
Mazzarri la sta provando come centrale nella difesa a 3. Le piace questo ruolo?
Anche gli anni passati quando abbiamo giocato a tre con il Chievo non avevo mai fatto il centrale. Lui mi vede lì e quello che mi dice lo faccio.
Perchè non ha avuto fortuna alla Roma?
Il primo anno è stato difficile. Ho avuto un problema fisico che mi ha tenuto fuori. Avevo bisogno di fare degli errori per imparare, migliorare e ripartire. In questi anni ho capito gli errori del passato e ho trovato la chiave per non ripeterli. Qua sono tornato a un'età diversa, sono più maturo e consapevole della realtà anche se pure adesso voglio migliorarmi e mettermi a disposizione di mister e della società.
Perché la Juve dovrebbe preoccuparsi dell'Inter in chiave scudetto?
Per la qualità del gruppo, ma anche la voglia di rivalsa di una società che vuole tornare in alto seguendo le indicazioni del mister.
Qualcuno dei nuovi compagni l'ha impressionata?
Questa squadra è composta da campioni. Mi ha colpito la voglia di questi campioni che hanno fatto la storia di voler ripartire, di trasmettere quella fame anche ai nuovi.
Perché ha scelto il numero 6?
E' una scelta legata a 3 motivi. Perché il numero 3, che è il mio numero, qui non c'è. Era di Giacinto e quindi ho scelto il 3+3. Mio padre è interista e il suo idolo era Picchi. E poi il 6 è il numero di mia madre quando giocava a basket.
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